Le grotte di Marina di Camerota

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E’ facile capire perché Marina di Camerota ha attratto e continua ad attrarre migliaia di turisti: natura selvaggia, profumi mediterranei, coste frastagliate, calette dalle acque cristalline, isolotti, torri di avvistamento, grotte di terra e di mare, ricche del fascino misterioso che affonda le radici nella preistoria.

Le Grotte di Marina di Camerota hanno attirato l’interesse scientifico ed assunto un’importanza internazionale grazie ai reperti storici portati alla luce dagli esperti. Le ricerche hanno permesso di ricostruire i cambiamenti avvenuti lungo la costa e le attività dell’uomo preistorico, dello stesso uomo di Neanderthal, il primo abitante di questo magnifico territorio.

Dal centro storico di Marina di Camerota, che conserva intatto l’aspetto di un borgo marinaro, attraverso vicoli che passano sotto suggestive volte ed arcate, si raggiungono le spiagge, dove come bocche, una dopo l’altra, si aprono le prime grotte paleolitiche. Siamo a casa dell’uomo di Neanderthal.

Grotta della Cala

La prima ad aprirsi, a pochi metri dal mare, è la Grotta della Cala. Composta da un’ante grotta e da un retro grotta, collegati da una strozzatura. La forma di questa caverna ricorda una clessidra. Ciottoli e armi in osso testimoniano la presenza dei nostri antenati Neandertaliani che nel Paleolitico medio hanno abitato la grotta. Lasciata poi in eredità all’Homo Sapiens, la grotta ha vissuto un utilizzo più sistematico. Si viveva di caccia a quel tempo; per tale motivo sono stati ritrovati vari strumenti in pietra, come grattatoi e punte dorso, resti faunistici, conchiglie marine usate come ornamenti, manufatti in osso e focolari. Le tracce rinvenute nel sito permettono di ricostruire mentalmente stili di vita, lontani da noi 20.000 e 40.000 anni fa.

Grotta del Riparo del Poggio

Su uno sperone di natura calcarea, esse formavano in origine un’unica caverna.  La cavità più piccola, corrispondente all’attuale Grotta, fungeva da drenaggio di una grotta enorme. L’uomo di Neanderthal trovava riparo al suo interno. Nel Pleistocene l’azione delle acque ha però portato ad un crollo determinando la forma odierna.

Abitata dal Paleolitico Inferiore fino all’Età del Bronzo, il suolo di questi luoghi ha conservato resti di cervo e di capriolo, orso bruno, rinoceronte, leone, sciacallo ed elefante. Tutte testimonianze dell’intensa attività di caccia dell’uomo. Dagli strati più recenti, provengono manufatti come punte, lame e raschiatoi, esempi di come, con il tempo, l’uomo di Neanderthal abbia migliorato l’abilità di scheggiatura della pietra.

Grotta delle Serratura

Il viaggio in questo tempo remoto continua. In fondo, sulla spiaggia di Lentiscelle, si apre la cavità il cui nome è legato alla caratteristica forma dell’apertura,

quella della serratura di una porta. Abbastanza profonda, la grotta è stata abitata durante il Paleolitico superiore e il Neolitico. Fori provocati da piccoli molluschi, i litodomi, e solchi lasciati dalle acque marine sostengono la tesi che la grotta della Serratura è stata, nel corso dei millenni, sommersa dalle acque. Custode di resti di fauna, la grotta porta di segni dei vari cambiamenti climatici, come l’insabbiamento della costa con la presenza di stagni, poi rinvasi dal mare nel Mesolitico.

Le grotte del Porto degli Infreschi

Il Porto degli Infreschi, gioiello marino del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, è un magnifico esempio di porto naturale. Le sue baie, le alte falesie rocciose e le grotte marine di quest’area protetta sono raggiungibili comodamente via mare con escursioni in barca. Per i più avventurosi e soprattutto amanti della natura e del trekking, c’è un sentiero che silenzioso si arrampica sulla costa e che lento scende sulla spiaggia. Sorgenti sotterranee rendono l’acqua della baia particolarmente fredda e poco salata. In alto, sulle coste, a controllo del porto naturale, con un glorioso passato di torre di avvistamento contro le incursioni dal mare, si trovano i resti della torre del Frontone o degli Infreschi e la cappella di S. Lazzaro. In basso, dove la terra incontra le acque, si aprono le grotte; le uniche raggiungibili via mare: la grotta degli Infreschi e del Noglio.

La grotta del Noglio, come un’antica villa con vista mare, non è raggiungibile dalla terraferma. Si entra  da un unico ingresso, che sembra un taglio verticale sulla parete a strapiombo nelle acque blu del mare. L’occhio del turista in vacanza a Palinuro resta sempre impressionato dall’aspetto della grotta, che ricorda un teschio o un essere mostruoso. I vecchi pescatori di queste acque raccontano di strane leggende intorno all’insolita forma della caverna.

Anche se oggi resta un luogo difficile da raggiungere, il passato racchiuso all’interno della grotta ha rivelato agli archeologi che l’uomo ha abitato questa cavità naturale in diverse epoche della preistoria.

Chi sceglie il Cilento come meta per le vacanze non può perdersi questi posti in cui la storia la si tocca con mano. La visita alle grotte di Marina di Camerota è una delle attività adatta a tutti, istruttiva per i grandi, affascinante e avventurosa per i più piccoli.  Un faccia a faccia con la preistoria. Tutto l’allestimento, con manichini che riproducono nell’abbigliamento e nell’aspetto gli uomini delle caverne è stato curato dagli esperti dell’Università di Siena, in sinergia con la Soprintendenza e la direzione del Museo virtuale del Paleolitico di Camerota.

Di pomeriggio, quando il sole si avvia a raggiungere l’altra parte del mondo, è il momento ideale per visitare le grotte. Sul lungomare di Marina di Camerota, presso la zona del porto turistico, inizia questo viaggio. Più che un viaggio al centro della terra, si tratta di un’incursione, di un salto nel tempo che permette di capire le bellezze storiche racchiuse in questo fazzoletto di terra dove Marina di Camerota è il luogo da cui partire alla scoperta delle grotte della costa.


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